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Frammenti di Natura : un progetto di collaborazione fra diverse Organizzazioni Allargate del WWF in Italia, per la ricerca e la tutela di aree naturalistiche a rischio nelle rispettive zone di interesse, secondo protocolli e modalità di studio condivisi.

 “Frammenti di Natura” è un progetto del WWF che intende proteggere con azioni concrete alcuni luoghi di rilevanza naturalistica e allo stesso tempo di far conoscere meglio il loro grande valore. Il progetto vede la collaborazione di tre diverse Regioni: per il Lazio  Il WWF Litorale Laziale, per la Campania il WWF Caserta, per la Puglia il WWF Brindisi e si pone come obiettivo l’individuazione di un percorso condiviso per arrivare alla tutela di “frammenti di natura”.

Prodotto finale del progetto ( videomaker E. Quartarone )

 

 

Dichiara Renato Perillo del WWF Caserta: "Proteggere e allo stesso tempo far conoscere questi luoghi. Intendiamo proteggere con azioni rivolte alle amministrazioni e agli enti gestori, poiché c’è l’urgenza di agire concretamente per arrestare il degrado e la perdita di natura. Allo stesso tempo, di pari passo, è necessario far conoscere alla collettività questi luoghi per accrescere la consapevolezza condividendo i nostri pensieri, le nostre preoccupazioni, i nostri desideri con tante, tante persone diverse." 

Per Caserta sono state individuate le seguenti tre aree:

Riserva dei Variconi, in riva sinistra alla foce del Volturno, a pochi km dal centro storico di Castel Volturno, estesa circa 60 ettari. La Riserva racchiude un'importante zona umida tutelata dalla convenzione di Ramsar. L’obiettivo è contrastare il degrado di un’area che pur essendo Riserva di fatto si trova in uno stato di abbandono.

Specie simbolo: tartaruga marina, Caretta caretta.

Pineta di Castel Volturno, dalla foce del Volturno alla foce dei Regi Lagni, un’estesa coltivazione a Pino domestico. La pineta è stata, in gran parte, attaccata dalla Toumeyella parvicornis che ha causato la morte di migliaia di alberi. Il WWF si interfaccerà con le istituzioni competenti affinché gli interventi di ripristino siano coerenti alle caratteristiche naturali della zona e alla sua biodiversità.

Monti Tifatini, estesa area collinare di circa 12.000 ettari. L’area, per anni,  è stata vittima di un’intensa attività estrattiva; presenti molte cave di calcare abbandonate. L’obiettivo è valorizzare il territorio per la sue bellezze naturali, storiche e culturali e scongiurare la riapertura delle attività estrattive. Specie simbolo le orchidee selvatiche.

Dichiara Maria Gabriella Villani, Presidente del WWF Litorale Laziale: "Insieme stiamo avviando percorsi per la salvaguardia di diversi territori. Sappiamo bene che perseguire obiettivi di conservazione richiede tempi molto lunghi. Oggi lavorare a distanza è possibile con i nuovi strumenti sperimentati in occasione della pandemia e così ci siamo messi all’opera da maggio. Infatti il valore sostanziale del progetto è l’occasione preziosa di potere operare collaborando e confrontandosi tra volontari di diverse regioni, condividendo gli sforzi e l’impegno in questo tipo di  iniziative che richiedono sollecitazioni costanti con percorsi spesso molto lunghi."

 Per il Litorale Laziale :( vedi progetto )

1) Ad Ostia, abbiamo “l'Oasi della palude”, una piccola area testimone di quello che era gran parte del territorio alla foce del Tevere. L’area è  estesa circa un ettaro. E’ presente una specie tutelata dalla Direttiva Habitat, il Cladium mariscus, detto anche falasco, che sarà la specie simbolo dell’area. 

2) La seconda area, che chiameremo ”l’Oasi della duna di Ostia”, è un fazzoletto di natura dove miracolosamente si sono conservate quasi tutte le specie caratteristiche della duna costiera. Si trova al di là della litoranea, davanti la Pineta di Castel Fusano.  Specie simbolo lo sparto delle spiagge, Ammophila littoralis. Per entrambe le aree di Ostia si intende attuare un progetto di cura e tutela diretta.

 3) La terza area è a Terracina,  estesa meno di un ettaro di duna costiera, compresa tra due stabilimenti balneari, in cui sono ancora presenti diverse specie caratteristiche dell’habitat dunale. Specie simbolo è il giglio di mare, Pancratium maritimum. L’obiettivo è quello di attuare un progetto sperimentale di ripristino dell’ambiente della duna costiera utilizzando materiale naturale spiaggiato. 

Per Brindisi le aree scelte sono al momento due:

Posticeddu, area litoranea pochi km a nord di Brindisi, prossima alla città, fra il SIC Giancola ed Apani. La zona, circa 1 ettaro di macchia mediterranea, è stretta fra la litoranea e la linea di costa. La falesia argillosa è in pericolo di crollo e subisce gravemente l’azione del mare e degli uomini: nonostante il divieto di accesso imposto dal comune, è sempre invasa da auto o mezzi che scaricano rifiuti e ha di recente subito un incendio doloso. Poco distanti si trovano delle antiche fornaci romane risalenti al sec. II A.C. Specie simbolo è l’Erica forskalii, presente solo in Puglia in tre stazioni sul mare Adriatico e una sullo Jonio. Dichiara Giovanni Ricupero del WWF Brindisi: "Gli obiettivi a breve termine sono quelli di chiudere i varchi che ora vengono usati dai mezzi a motore e sistemare alcuni tratti di una pista abusiva realizzata un tempo per fare motocross, per farli diventare pedonali. I sentieri andrebbero ad integrarsi al cammino dell’Appia-traiana, che ora scorre sulla litoranea e quindi fra le auto."

 Zona umida Quatina, area a sud di Brindisi, in località Torre San Gennaro (Torchiarolo), dove sfocia un canale che raccoglie le acque meteoriche. Sito fortemente antropizzato nei dintorni. Il percorso di tutela che sarà avviato attraverso questo progetto vedrà innanzitutto azioni di protezione in accordo con il Comune contro inquinamento da plastica e rifiuti di ogni genere, vandalizzazione, incendi e bracconaggio. Specie simbolo: Iris pseudacorus (Iris giallo). L’obiettivo a breve termine: la recinzione con cartelli descrittivi mentre a medio e lungo termine l’ampliamento dell'area di protezione fino alle dune costiere; vigilanza attiva contro bracconieri e piromani. 

 

 

( sintesi video del progetto zona Caserta)

Nome:  Pineta di Castelvolturno               

 Localizzazione Comune di Castelvolturno - Prov. di Caserta

 Estensione e confini: : Da Foce Volturno a Foce Regi Lagni

 Mappa: 

 Descrizione area e valenza ambientale:

Il popolamento arboreo di tale area costiera è costituito principalmente da pini messi a dimora negli anni ’50, realizzando così una delle pinete lungo i litorali sabbiosi dell’Italia meridionale a protezione di ampie aree agricole bonificate e oggetto della “riforma agraria”.

Come tutte le pinete impiantate, anche la pineta di Castel Volturno negli ultimi vent’anni non è stata “governata” ossia gestita attraverso interventi selvicolturali adeguati fino ad arrivare allo stato attuale di bosco fitto con densità eccessiva e non regolare.

La pineta è a prevalenza di pino domestico (Pinus pinea), ma vi sono anche altre specie dello stesso genere, quali il pino marittimo (P. pinaster) ed il pino d’Aleppo (P. halepensis). Inoltre, sono presenti altre essenze vegetali, tipiche del sottobosco della macchia mediterranea, appartenenti ai generi Mirtus, Ligustrum, Ruscus, Rhamnus, Spartium, Phyllirea, Quercus, Salix e tantissime altre, a testimonianza che la riserva naturale è, tutt’oggi, un habitat dotato di una ricca biodiversità e non solo per quanto riguarda la flora, ma anche per la nutrita presenza della fauna vertebrata (uccelli, anfibi, rettili e così via). 

 

Foto:

   

Specie simbolo: Pur non essendo presente una specie simbolo, l’area mostra una ricca macchia mediterranea ad elevata biodiversità e che quindi merita di essere tutelata.

 

Gestione e/o competenza attuale : Comune di Castelvolturno – Ente Riserva Regionale Foce Volturno – Costa di Licola- Lago Falciano

Progetto di tutela :  Riforestazione/rinaturalizzazione della pineta  

Obiettivi: Riforestazione coerente con gli studi fitosanitari, fitosociologici e delle perizie geologiche.

 Azioni previste con i tempi: Vigilare affinché la riforestazione venga effettuata coerentemente alle caratteristiche ecologiche del sito. Contestualmente il nostro supporto sarà inteso anche a creare percorsi di fruizione didattica, di educazione ambientale e ricreativo. A tal fine suggeriremo l’installazione di bacheche didattiche, creare spazi didattici e organizzare visite guidate e di realizzare un sito web da linkare a tutti le organizzazione di turismo slow e associazioni scientifiche.

 Collaborazioni: Ente Parco, Comuni, Regione e Associazioni sia di cittadini che di impronta scientifica ( es. ASOIM, LIPU )

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nome: Colli Tifatini

Localizzazione: Comuni di Caserta e Castelmorrone ( principalmente)

 Estensione e confini: A nord degli abitati di Caserta e zone urbane limitrofe , ca 12.000 ha – circa 50 km di circonferenza

 Mappa:

Descrizione area e valenza ambientale: I monti Tifatini sono un gruppo collinare che si estende tra le province di Caserta e Benevento I confini naturali sono delimitati dal Volturno a nord e a ovest, dalla valle di Maddaloni a est, mentre a sud i versanti si raccordano con la piana Campana. Di natura carbonatica, si elevano fino alle cime di monte Tifata (603 m s.l.m.) e monte Virgo (620 m s.l.m.). Vi si trovano ampie praterie aride e arbusteti, spesso su versanti con acclività elevata e percorsi frequentemente da incendi, e zone boscate dominate soprattutto dal leccio nei versanti meridionali e da querce caducifoglie nei versanti più freschi. Il pregio ambientale è confermato dall’istituzione di ben 3 Siti di Importanza comunitaria, in accordo con la direttiva 92/43 CEE “Habitat”: il SIC “Monte Tifata”, (IT8010016), il SIC “Bosco di San Silvestro” (IT8010004) e il SIC “Fiumi Volturno e Calore Beneventano” (IT8010027). Il SIC Bosco di San Silvestro coincide in parte con l’Oasi WWF omonima, mentre tra le anse del Volturno è stata costituita l’Oasi Lipu “Le Salicelle”. La zona è ad elevato impatto antropico ( insistono ca 200.000 abitanti) , è  percorsa frequentemente da incendi ed è sede di coltivazione di cave di calcare.

 Foto:

  
  
 

  

Specie simbolo: Orchidee selvatiche, ampi boschi di leccio e roverella 

Gestione e/o competenza attuale: Comuni di Caserta e Castelmorrone ( principalmente)  

Progetto di tutela : Sorveglianza, tutela delle specie protette (orchidee).  

Obiettivi: proposte di fruizione turistica compatibile con la protezione dei luoghi, erbario digitale della flora dei Tifatini. 

Azioni previste con i tempi: Vigilare affinchè non venga ripresa la coltivazione delle cave, valorizzazione dei luoghi sfruttando anche la vicinanza di zone di grande importanza culturale ( Reggia vanvitelliana, Belvedere di San Leucio, Borgo medioevale di Casertavecchia, Abbazia di S. Angelo in Formis )

 Collaborazioni: Enti locali, e Associazioni sia di cittadini che di impronta scientifica (es. GIROS)

 

 

Nome:  Riserva Variconi                      

Localizzazione Comune di Castelvolturno - Prov. di Caserta  

Estensione e confini: da Foce Volturno ( sinistra orografica) al limite Pineta Grande- 60 ha ca

 Mappa:

  Descrizione area e valenza ambientale:

La Riserva dei Variconi si trova sulla riva sinistra della Foce del Fiume Volturno, a poca distanza dal centro storico del Comune di Castelvolturno. E’ un’area palustre di elevata importanza perché è posizionata al centro del Mediterraneo. Essendo una delle ultime aree umide d'Italia è stata individuata e tutelata dalla Convenzione di Ramsar ed è diventata un ponte ideale verso il continente africano per le migliaia di uccelli che due volte l’anno si spostano in massa compiendo spettacolari migrazioni. La riserva comprende anche la spiaggia, zona dunale e retrodunale, macchia e tratti di pineta.

  Foto:
  
         

 Specie simbolo : Tartaruga caretta nidificante sulla spiaggia ,fratino e corriere piccolo nelle zone dunali limitrofe , numerosi altre specie di uccelli tra cui aironi, trampolieri ( fenicottero rosa, cavaliere d’Italia) , rapaci ( falco di palude ); per la flora, rare orchidee - Anacamptis palustris (Jacq) e A. laxiflora( Lam.) - fortemente minacciata dalla progressiva scomparsa delle aree umide, oltre alla tipica flora psammofila. 

( Foto Domizia )

Gestione e/o competenza attuale : Ente Riserva Regionale Foce Volturno – Costa di Licola- Lago Falciano

Progetto di tutela : L’area va tutelata in quanto è uno dei siti di maggior interesse secondo la Convenzione di Ramsar. Installazione di bacheche didattiche   

Obiettivi: Riqualificazione in quanto sito di abbandono rifiuti, atti vandalici e di attività di bracconaggio. Ripristino capanno bird-watching.

Azioni previste con i tempi: Presidio e valorizzazione del territorio

Collaborazioni: Ente Parco, Comune di Castelvolturno e Associazioni sia di cittadini che di impronta scientifica ( es. ASOIM, LIPU )

   

 

Rassegna Stampa ( agosto 2021)

09.08.2021 : Frammenti di Natura - Progetto WWF Caserta, Litorale Laziale e Brindisi

09.08.2021 : Frammenti di Natura - Progetto WWF Caserta, Litorale Laziale e Brindisi 

09.08.2021 : Frammenti di Natura - Progetto WWF Caserta, Litorale Laziale e Brindisi


09.08.2021 : Frammenti di Natura - Progetto WWF Caserta, Litorale Laziale e Brindisi

09.08.2021 : Frammenti di Natura - Progetto WWF Caserta, Litorale Laziale e Brindisi
 

09.08.2021 : Frammenti di Natura - Progetto WWF Caserta, Litorale Laziale e Brindisi 

   
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